sabato 30 luglio 2011

Carrickfergus e porticciolo

Gita fuori porta in questo paesino chiamato Carrickfergus (che in gaelico vuol dire "Rocca di Fergus") non molto lontano da Belfast, circa una quindicina di minuti in macchina.
Questo paesino è particolarmente famoso per il suo castello, uno dei più antichi di Irlanda, che fu costruito nel 1177 da un cavaliere anglo-normanno, John de Courcy, sbarcato nell'Ulster orientale (come già detto nel primo post, l'Ulster è una delle regioni storiche dell'Irlanda ed è poco più grande dell'attuale Irlanda del Nord).


Perché quindi si chiama la rocca di Fergus se chi ha costruito il castello si chiamava John?? (Questa è l'amletica domanda che mi sono posta)
Semplicemente perché il paese si chiamava così già prima della costruzione del castello e il suo nome ("La rocca di Fergus") fa riferimento a Fergus Mór mac Eirc, re di Dál_Riata, un antico regno sorto intorno al 500 a.C. che comprendeva Scozia e parte dell'Irlanda del Nord.


Detto questo, quando avvicinandosi al castello si scorge da lontano una statua di bronzo, ci si aspetterebbe che fosse la statua di Fergus o di questo John de Courcy, no?
Invece no.
La statua è di nientepopodimenoche William of Orange (Guglielmo d'Orange, ma conosciuto anche come William III) che durante gli anni della Gloriosa Rivoluzione sbarcò in Irlanda, proprio a Carrickfergus, nel 1690, sconfiggendo in battaglia Giacomo II, precedente re d'Inghilterra che era stato deposto e che si era rifugiato lì sperando di riorganizzare un esercito e riconquistare il trono.


Quando siamo arrivati il castello stava chiudendo, quindi non è stato possibile vederlo dall'interno.
In compenso abbiamo fatto un giretto per le bancarelle che erano allestite lì vicino e poi abbiamo seguito il percorso lungo il porticciolo per prendere un po' di brezza marina e vedere le navi che dalla Scozia stavano arrivando al porto di Belfast.

Tipico dolce irlandese, soprattutto la nutella.

Gioco tradizionale delle feste. Consiste nel conficcare la punta negli occhi dei passanti.
Vince chi ne acceca di più. I bambini ne vanno matti.




Ovviamente non potevano mancare i micioni.




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E per finire, questa canzone popolare irlandese dedicata proprio a Carrickfergus:


venerdì 29 luglio 2011

Università, case e mattoni

Una cosa che balza subito all'occhio arrivando qui è che la stragrande maggioranza delle abitazioni sono villette di mattoncini rossi. Non so sinceramente il motivo: forse perché tengono meglio le temperature, soprattutto in vista delle gelate invernali, o forse semplicemente perché è consuetudine costruirle così. Mi spiegavano però che molte case abbandonate rischiano il "furto di mattoni", ovvero gente che va lì e ruba i mattoni per costruirsi la propria casa.


Ieri, prima che il terribile blocco della connessione internet si abbattesse su questa casa, siamo andati a fare un giro nella zona dell'università, verso la parte sud di Belfast.
La Queen's University of Belfast, questo è il suo nome completo, è stata fondata nel 1810 e l'architetto che ha costruito l'edificio principale si chiama Sir Charles Lanyon, ovvero proprio quello che ha ricostruito il castello di Belfast sulle pendici della collina Cavehill (vedi un post precedente).


Originariamente l'università occupava uno spazio molto ridotto rispetto a quello odierno. Quando poi si sono resi necessari nuovi edifici, la Queen's ha iniziato a comprare le abitazioni circostanti (i cui abitanti, come mi dicevano, si sono trasferiti in altre zone della città da una trentina di anni a questa parte) e il risultato oggi è che molti dipartimenti e aule si trovano effettivamente in delle normalissime abitazioni, quindi quando vai a lezione di economia politica (tanto per dirne una a caso) sembra di entrare in casa della gente. Cosa molto strana ai nostri occhi di studenti universitari italiani, abituati a vecchi palazzoni che cadono a pezzi o a anonimi casermoni di cemento.



SOS Internet Connection

Pensavo che non avrei mai più riavuto la mia connessione. Un po' come quando ad un fumatore togli improvvisamente le sigarette. Una tragedia.

La LAN ha smesso di funzionare improvvisamente, ma per fortuna stasera Margaret ha smosso mezzo vicinato e qui le persone sono talmente gentili che subito sono venute in nostro soccorso. E' stato risolto tutto da un ragazzo di Hong Kong che vive a Belfast da quando aveva 15 anni (ora ne ha 23) e fa il programmatore di mestiere, quindi ci sapeva parecchio andare. La connessione aveva un problema col filtro (perché ci sono due telefoni e un modem collegati sulla stessa linea) e sinceramente non avrei mai saputo diagnosticare questo tipo di problema. Ma alla fine, all's well that ends well!

Il ragazzo di Hong Kong e l'altro vicino di casa, Frank detto Franko, sono rimasti a chiacchierare (e bere vino rosso!) fino a poco fa. Frank è un patito dell'Italia, argomento che è stato al centro della discussione di stasera. Nonostante non capissi proprio tutto quello che veniva detto, ogni tre per due si fermavano a farmi la "parafrasi". E' impressionante come le persone siano friendly: non solo i vicini di casa, ma anche le cassiere nei supermercati (che da noi spesso sono estremamente maleducate).

Domani scriverò quello che volevo scrivere stasera. Ora è troppo tardi......

mercoledì 27 luglio 2011

Irish cats

Come era già successo nel blog precedente, eccoci a parlare di gatti. Gatti irlandesi.
Sinceramente l'affrontare un argomento del genere era assolutamente fuori programma, ma indubbiamente i gatti sono stati il filo conduttore della giornata odierna, quindi è inevitabile spendere due parole a riguardo.

Tutto ha inizio durante una breve visita al castello di Belfast, sulle pendici della collina Cavehill (del quale parleremo un'altra volta, quando riuscirò a scattare una foto da un punto decente). Questo castello è stato costruito dal marchese di Donegall a partire dal 1862 ed è la ricostruzione dell'originario castello di Belfast che si trovava nel centro della città ma che fu distrutto da un incendio nei primi del Settecento. Nel 1934, l'ultimo proprietario, il conte di Shaftesbury ha deciso di donarlo alla città.

(oggi c'era anche un matrimonio...)

C'è una sorta di leggenda secondo la quale il giardino del castello è sempre stato abitato da un gatto bianco che, finché continuerà a vivere lì, porterà ai visitatori buona fortuna. Per questo motivo nel giardino ci sono sculture e altri tipi di decorazioni come cespugli e mosaici che lo raffigurano. Un bel giardino davvero, ricco inoltre di fiori colorati.






In un angolo c'è anche una targa con alcuni versi ripresi dall'opera di Thomas Stearns Eliot Old Possum's Book of Practical Cats (che ha ispirato il musical Cats di Andrew Llyod Webber e che viene generalmente tradotta in Italia come "Il libro dei gatti tuttofare"), precisamente dal brano The Ad-dressing of Cats, che dicono: "Prima che un gatto di conceda la sua fiducia, sono necessarie alcune dimostrazioni di stima come un bel piatto prelibato". Niente di più vero.



Subito dopo siamo andati da un'amica di Margaret, in una classica villettina irlandese su due piani, che vive con due splendidi micioni, entrambi molto friendly, i quali hanno acconsentito a farsi scattare delle fotografie. Il primo, quello tigrato, si era messo in posa come un modello, ma senza mai guardare l'obiettivo della macchina fotografica perché evidentemente voleva tirarsela un po'. Il secondo, quello nero, che pensavo fosse un po' più astioso, in realtà si è rivelato molto curioso e si è messo ad annusare la macchina fotografica.




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Non starò ad aggiungere altri dettagli della giornata perché effettivamente sono un po' stanca e voglio dormire.
Prima però non posso dimenticarmi di riportare il contenuto dell'interessantissima rivista che ho letto ieri prima di addormentarmi, quella sul Royal Wedding!

Ben 266 avvincenti pagine ricche di fotografie: si parte da Lady Elizabeth Anson, cugina della regina, che ci spiega come ha organizzato la cena del matrimonio, poi l'immancabile carrellata di matrimoni reali, da quello di Elisabetta nel 1947 passando per Princess Margaret, Princess Anne, l'immancabile matrimonio tra Carlo e Diana, poi i fratelli di Carlo, il matrimonio di Carlo e Camilla ed infine il più atteso, quello di William & Kate.
Ma... attenzione! Prima di arrivare a quest'ultimo, l'argomento clou della rivista, Hello! magazine ci delizia con altre notizie che hanno a che fare più o meno con dei matrimoni, tra cui lo scoop sulla mia amica Keira (Knightley, nda) che ha partecipato al matrimonio del fratello Caleb indossando un vestito purple. Notiziona, eh!! Anche se devo dire che la sua presenza su quella rivista, a fianco dei rispettabilissimi ed eccellentissimi regnanti del Regno Unito, mi ha un poco stupito.



PS: Leggiucchiando qua e là ho notato come, nei confronti del Royal Wedding e di tutti i partecipanti, non siano espresse alcun tipo di critiche, ma soltanto ruffianissimi elogi. Nemmeno l'ombra di una frecciatina, come mi sarei aspettata nei confronti degli orribili cappelli (l'uno con penne di struzzo, l'altro a forma di tavoletta del cesso) delle cugine di William, Eugenia e Beatrice (meglio conosciute come Anastasia e Genoveffa, visto le incredibili somiglianze).

martedì 26 luglio 2011

Just arrived!

Chi mi conosce sa quanto sono irrazionalmente terrorizzata dal salire su un aereo. Preferirei farmi 67 ore di pullman piuttosto che staccare i piedi da terra. Però viaggiare è una cosa così bella che non vale la pena di farsi condizionare per tutta la vita da una fobia così invalidante, no?

Quindi, così impavida che William Wallace mi fa un baffo, sono salita sull'aereo senza nemmeno tanto bisogno di preparazioni spirituali: dopo aver dormito solo 2 ore e sonnecchiato in macchina col collo torto e il sole negli occhi, pur di dormire non vedevo l'ora di sedermi in un qualsiasi posto, con la terra o con le nuvole sotto i piedi che fosse (sì, volevo scrivere "sotto il culo", ma mi sembrava un po' volgare).
Seppur in versione zombie, ero comunque un po' in apprensione per la partenza e le conseguenti sensazioni sgradevoli che il mio stomaco non si scorda mai di regalarmi. Se non fosse che, proprio mentre stavamo prendendo la rincorsa, ecco aprirsi lo sportellino del portabagagli sopra di me: una minaccia più grande di qualsiasi altra incombe sulla mia testa. Il trolley del mio vicino rischia di sfracellarsi rovinosamente sulla mia testa alla prima virata. Ero talmente impegnata a controllare la stabilità del minaccioso bagaglio, che eravamo già un bel pezzo in aria quando mi sono accorta dell'oramai avvenuto decollo.
Atterrati all'aeroporto di Belfast, ho avuto modo di fotografare il mio bell'aereo (che si chiamava St. Eugene) perché io, come Baiocchi, sto molto attenta al desàin (trad. "design").



A prendermi all'aeroporto c'era Margaret, che mi ha mostrato parte della campagna irlandese tutta prati, mucche e cottages, dei quali avevo già avuto un assaggio planando con l'aereo in attesa di atterrare.
Il gustoso spuntino offertomi appena arrivata a casa era very Irish: un ripieno di ham (prosciutto), Irish cheddar (un formaggio irlandese) e un consistente strato di maionese, tutto avvolto da un panino con semi di sesamo che si chiama... "ciabatta".

La mia stanza è molto carina, è proprio dalla parte opposta a quella in cui soggiornai anni fa, che però dava sul giardino, mentre questa sulla strada, ma la preferisco nei prossimi giorni avrò modo di osservare dalla window un po' di Irish life dei vicini...



Ovviamente sulla scrivania non poteva mancare un prezioso gioiello: la rivista di gossip che parla del Royal Wedding! Dopotutto questo è territorio inglese! E devo ammettere che questa commistione tra elementi irlandesi ed elementi inglesi non mi dispiace affatto.
Stasera però, non c'è nient'altro che un'avvincente lettura su William e Kate!

Eccoci qua!



Eccoci qua per la seconda attesissima puntata di "Blogghe dar mondo".
Come tutti ricorderanno (ma sicuramente, guarda!), il precedente episodio si era svolto nella remota terra del Sol Levante: un burrascoso viaggio tra sushi, manga e samurai (la fiera degli stereotipi, alè!). Per chi si fosse perso questa avvincente avventura, niente paura! Può sempre recuperare leggendola qui.

Stavolta ci spostiamo in una terra geograficamente più vicina, l'Irlanda.
Infatti, l'Ulster è il nome di una delle quattro storiche province dell'Irlanda che occupa la parte settentrionale dell'isola. E' suddivisa in 9 contee, 6 delle quali costituiscono l'Irlanda del Nord e quindi fanno parte amministrativamente della Gran Bretagna.

Ma prima di continuare a scrivere a riguardo, bisogna che ci arrivi in questo posto!