sabato 13 agosto 2011

Ritorno all'€uro!

Per la prima volta oggi ho viaggiato sull'Enterprise.
Non ero però a fianco del capitano Kirk sul set di Star Trek, ma semplicemente alla stazione di Belfast ("Enterprise" è il nome del treno), diretta a Dublino, dove sono andata a trovare il mio amico Oscar.

Anche se sono passati ben sette anni dall'ultima volta che ci siamo visti, devo dire che si è mantenuto bene, non è cambiato di una virgola! Ha sempre quel sorrisetto un po' ambiguo e non perde mai occasione per dire una battutina delle sue ("La puntualità è ladra del tempo!" mi rispondeva ogni volta che gli rimproveravo di essere in ritardo), ma devo dire che sono contenta di averlo rivisto. Anni fa ci frequentavamo molto, Oscar e io.


Visto che ero in città, ho colto l'occasione per salutare vecchi amici e conoscenti. Alcuni sono diventati talmente vecchi bacucchi che ormai sono pezzi da museo! Ed è proprio al museo che sono dovuta andare per incontrarli.
George Bernard, Samuel, William Butler e persino James*, talmente "dublinese convinto" che il 16 giugno 1904, a 22 anni, ha fatto la valigia e s'è venuto via per non tornarvi più per molto, moltissimo tempo.

[*Mmm... è meglio se dei miei amici specifico anche i cognomi: Shaw (George Bernard), Beckett (Samuel), Yeats (William Butler) e Joyce (James). Ah, e ovviamente Oscar è... Oscar Wilde!]

Ma forse è di altro che dovrei parlare, invece di perdermi in questi futili discorsi.
Ad esempio è interessante parlare dei semafori.

Avevo notato quanto qui a Belfast i semafori fossero silenziosi. Scatta il verde per i pedoni e i semafori stanno zitti. Non so, forse qui i ciechi sono collegati telepaticamente al semaforo oppure può darsi che i cani guida di Belfast abbiano la capacità di distinguere le luci rosse e verdi, magari indossando gli occhialini per il 3D.
Resta il fatto che i semafori dublinesi, invece, quando scatta il verde per i pedoni emettono un "PTIUSH" prorompente che sembra sia appena partito un colpo di pistola laser. Questo ha causato più di una volta smarrimento nei ciechi dublinesi, convinti di essere finiti al cinema a vedere Guerre Stellari, anziché nell'incrocio sotto casa (il numero dei ciechi presi in pieno dalle automobili è infatti molto alto a Dublino).

Beh, comunque il rumore che fanno i semafori non è che fosse proprio il motivo specifico della mia visita.
Per le poche ore che mi sono trovata in città, visto che c'ero già stata altre volte, ho deciso di concentrarmi solo su un particolare tour a tema, il mio preferito, il tour letterario (come se non si fosse capito leggendo sopra la sfilza di nomi di letterati).

Sono passata dalle case dove hanno vissuto per un certo periodo di tempo famosi scrittori dublinesi e poi mi sono diretta al Dublin Writers Museum. Anche qui c'ero già stata anni fa e ho avuto modo di constatare come abbiano cambiato l'impostazione delle stanze (ma il prezzo è sempre eccessivamente elevato per quello che vi si trova dentro: 7,50 € per due stanze con libri, foto e qualche oggetto appartenuto a questi scrittori). La cosa più interessante è stata la spiegazione dell'audioguida, almeno quella compresa nel prezzo.


In totale ho passato ben due ore al museo, concedendomi persino il lusso di un e un dolcetto buonissimo al caramello (uno strato di biscotto, uno di caramello e sopra un altro di cioccolata). C'è da dire poi che ero talmente stanca che avrò provato tutte le sedie disponibili in ogni stanza, tanto che credo mi abbiano scambiato per una collaudatrice di mobili.

Alla fine è stato un bel ripasso della letteratura irlandese, partendo dal Book of Kells, un manoscritto miniato dell'ottavo secolo, passando per Swift e il suo Gulliver's Travels (e soprattutto A Modest Proposal, uno dei più famosi esempi di pungentissima satira nera settecentesca), fino ai più famosi Wilde, Beckett, Yeats e Joyce. Una breve parentesi è stata anche dedicata al romanzo gotico, visto che irlandesi erano sia Joseph Sheridan Le Fanu, famoso per la vampira Carmilla, e Bram Stoker, padre di Dracula.

Ho avuto modo di scoprire qualcosa di più su Yeats, che tuttora non conosco molto bene. Un giorno il povero Guglielmo Maggiordomo (che sarebbe la traduzione letterale del suo nome, William Butler) si innamora follemente di Maud Gonne, una donna forte, avventurosa e rivoluzionaria (e anche ricca!). Su di lei Yeats scrive versi su versi, la trasforma nella sua musa e sebbene lei non ricambierà mai i suoi sentimenti, pur soffrendone lui non smetterà d'amarla.

I have spread my dreams under our feet;
Tread softly because you tread upon my dreams.

(Ho disteso i miei sogni sotto i tuoi piedi;
cammina con passo lieve perché cammini sui miei sogni)
[da He Wishes for the Clothes of Heaven]

Sul povero William Butler c'era anche una mostra alla National Library, ma purtroppo me ne sono accorta troppo tardi e non sono potuta andarla a vedere.

When You Are Old ("Quando sarai vecchia")

When you are old and gray and full of sleep,
And nodding by the fire, take down this book,
And slowly read, and dream of the soft look
Your eyes had once, and of their shadows deep;

How many loved your moments of glad grace,
And loved your beauty with love false or true,
But one man loved the pilgrim soul in you,
And loved the sorrows of your changing face;

And bending down beside the glowing bars,
Murmur, a little sadly, how Love fled
And paced upon the mountains overhead
And hid his face among a crowd of stars.


Quando sarai vecchia e grigia e assonnata,
e sonnecchierai vicino al fuoco, prenderai questo libro
e lentamente lo leggerai, e sognerai il dolce sguardo
che avevano un tempo i tuoi occhi, e le loro profonde ombre.

Quanti amarono i tuoi attimi di felice grazia
e amarono la tua bellezza con amore falso o vero,
ma un uomo soltanto amò la tua anima irrequieta,
e amò le pene del viso tuo che incessante mutava.

E tu, chinandoti ora verso le braci
sussurrerai, un po' tristemente, come l’Amore scomparve,
e volò alto sopra le montagne,
e nascose il suo volto in una folla di stelle.


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